All’interno del Parco Archeologico di Cuma (Pozzuoli, NA) si può seguire un itinerario di visita dell’antica città attraverso l’acropoli, la città bassa, le cavità artificiali e la necropoli.
La rocca, fortificata dai Greci già in età arcaica, forse all’epoca del II Triumvirato (43-33 a.C.), fu rafforzata da un possente muro a blocchi, mentre l’unica porta d’ingresso fu dotata di due torri, di cui sopravvive solo quella rifatta in età bizantina. Si data al Principato il rifacimento del cd. tempio di Apollo: sul basamento dell’originario edificio sacro in tufo della fine del VI secolo a.C. fu riedificato un tempio periptero con pronao esastilo e cella rettangolare. Dello stesso periodo è il tempietto su podio del tipo in antis, sul lato nord della terrazza, forse dedicato a Diana.
In età giulio-claudia fu ristrutturato anche il cd. tempio di Giove: il peristilio fu chiuso da muri e l’interno venne ripartito con pilastri in cinque navate, con al centro la cella, divisa in tre ambienti e accessibile da est mediante una scalinata monumentale. Nel cd. “antro della Sibilla”, galleria scavata nel tufo, ritenuta sede dell’oracolo cumano, furono aperte sei gallerie e installate cisterne alimentate da un canale sotterraneo.
Del Foro, risalente agli inizi del III secolo a.C., scavi recenti hanno messo in luce il settore meridionale e parte di quelli settentrionale e orientale. La piazza rettangolare è dominata ad est da un tempio di cui non è nota la divinità titolare, trasformato alla fine I secolo d.C. in Capitolium, la sede del culto di Giove, Giunone e Minerva. Alcune tabernae nell’angolo sud-est della piazza, risalenti alla fine del II secolo a.C., fecero posto nel secondo quarto del I secolo a.C. a un portico, con gradinata in lastre di calcare come la pavimentazione. Sul lato meridionale il colonnato è interrotto dal passaggio al sovrastante edificio, la cd. Masseria del Gigante, che ingloba un tempio di culto imperiale, nei pressi di un arco monumentale. Testimonianze epigrafiche consentono di datare questi interventi ad età augustea e di attribuire la costruzione dell’arco ai Luccei. A questa famiglia appartengono Cn. Lucceius padre e figlio, che alla fine del I secolo a.C. finanziarono anche la costruzione di un ninfeo a camera, decorato con un mosaico figurato di pasta vitrea e provvisto di una fontana in marmo con getto a testa di Medusa, e un’iscrizione dedicatoria, ora nel Museo Archeologico dei Campi Flegrei a Baia. Ad ovest dell’arco un vestibolo con scala dà accesso ad una terrazza con un altro edificio, forse un impianto termale, restaurato in età augustea da un L. Pontius Eros.
I portici del Foro sono interrotti dalla cd. Aula Sillana, sala absidata ornata da un prospetto monumentale a pilastri, sede di funzioni amministrative, datata tra la tarda età augustea e la prima età imperiale.
Negli anni iniziali del I secolo d.C. fu costruito il cd. Tempio con Portico, identificato ora come sede del collegio degli Augustali, ora come tempio di culto imperiale. A destra del terzo ingresso, una taberna fu trasformata in un sacello da C. Iulius Primigenius in onore del figlio prematuramente scomparso. Chiude il settore sud-occidentale un portico a doppio ordine corinzio-ionico, con un fregio decorato da motivi bellici, arricchito sul lato settentrionale da rilievi con navi. L’inquadramento tipologico e stilistico delle decorazioni e degli arredi architettonici conferma una datazione alla seconda metà del I secolo a.C. Si suppone che il programma figurativo intendesse esaltare Gaio Ottavio, figlio adottivo ed erede di Cesare con il nome di Gaio Giulio Cesare Ottaviano, vincitore nella battaglia navale di Nauloco contro Sesto Pompeo e trionfatore su Marco Antonio in quella di Azio (31 a.C.), evento su cui si fonda il sistema politico augusteo.
Nella necropoli a nord delle mura e della porta mediana, attraverso la quale penetrava in città la via Domiziana, tra la tarda Repubblica e l’inizio dell’Impero, oltre a tombe ad edicola e a dado, furono innalzate alcune tombe monumentali. Tra di esse un mausoleo a tumulo a pianta circolare, con podio e alto tamburo, dotato di camera sepolcrale con letti funebri, databile al terzo quarto del I secolo a.C. Allo stesso periodo appartiene il mausoleo con recinto, fornito di due esedre speculari e balaustre decorate a rilievi: nella camera funeraria ipogea erano presenti un letto funerario e alloggiamenti per urne cinerarie.