Itinerari Augustei a Neapolis

 

Alla fase augustea e giulio-claudia di Neapolis, il cui impianto originario risale all’età greca classica, appartengono alcune evidenze negli edifici pubblici dell’area del Foro e lungo il litorale esterno alle mura urbane.
Tra via Anticaglia e via San Biagio dei Librai era collocato il forum duplex: la plateia di via Tribunali divideva il settore superiore, a destinazione religiosa e politica, da quello inferiore, a carattere commerciale, attualmente visitabile nell’area sottostante al convento di San Lorenzo Maggiore, in piazza San Gaetano. Attorno a quest’ultimo spazio pubblico, impiantato tra IV e III secolo a.C., si organizzava su due piani il mercato di età imperiale disposto su due piani: al livello più alto, alla quota di via Tribunali, si ergeva il macellum, mentre su quello inferiore la piazza originaria fu ampliata con tabernae, un criptoportico e altri edifici ad esso sottostanti. Alla fase augustea risale una schola, sede di associazioni e corporazioni religiose e commerciali, posta nella parte sud-occidentale del complesso.
Di fronte al mercato, su via Tribunali, si innalzava il tempio su alto podio dedicato alla Polis e ai Dioscuri, divinità patrie di Neapolis, ora inglobato nella chiesa settecentesca di San Paolo Maggiore. Del tempio sono visibili parte del pronao con le colonne di stile corinzio e resti del podio in opera reticolata. La datazione dell’edificio sacro all’età tiberiana fa ipotizzare il rinnovarsi dell’antico culto che in età augustea assunse un valore dinastico. Le statue dei Dioscuri e un frammento dell’iscrizione dedicatoria del frontone sono ora esposti nell’allestimento dedicato a Napoli Antica nel Museo Archeologico Nazionale.
Un grande portico doveva separare il tempio dal teatro e dall’odeion (il teatro coperto), che completavano l’area forense sulla plateia di via Anticaglia. Dell’odeion sono noti resti di età augustea e della fine del I secolo d.C.. Ma anche nel monumentale teatro, il cui impianto definitivo risale ad età flavia, le fonti antiche ricordano che già gli imperatori Claudio e Nerone mettevano in scena le loro rappresentazioni.
Il legame di Augusto con Neapolis è emblematicamente sancito dall’istituzione in suo onore dei Giochi Isolimpici nel 2 a.C., decretati per commemorare le opere di risanamento dei danni di un precedente terremoto e, al contempo celebranti l’identità greca della città. Nella piazza Nicola Amore, gli scavi della Metropolitana hanno fatto emergere un complesso monumentale pertinente al già ricordato santuario con un tempio, forse il Cesareo, bordato da un portico, che in età flavia accolse le iscrizioni con le liste dei vincitori dei Giochi.
Sulla fascia litoranea invece una sensibile espansione edilizia è documentata già da età tardo repubblicana con un incremento ulteriore in età augustea. Nell’area portuale, messa in luce a piazza Municipio, dove sono stati recuperati i relitti di tre navi romane databili tra il I e il II secolo d.C., servita dalla via per cryptam verso i Campi Flegrei, venne realizzata nello stesso periodo una banchina in opera cementizia su un basamento in blocchi. Lungo la strada si aprivano due impianti termali della prima metà del I e della seconda metà del II sec. d.C., uno dei quali al posto di un più antico edificio di età augustea.

 

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