Itinerari Augustei a Pausilypon

 

Il Pausilypon è una delle più splendide dimore sorte lungo il golfo di Napoli, luogo che insieme ai Campi Flegrei fu prescelto per l’impianto di molte ville d’otium, dalla fine dell’età repubblicana e nell’età imperiale, da esponenti del patriziato e da celebri personalità (quali Mario, Silla, Cesare Pompeo, Crasso, Lucullo, Ortensio, Cicerone), in virtù della suggestione del paesaggio e delle memorie virgiliane, del clima mite e della presenza di fonti termali.
Il nome greco, che significa “luogo che fa cessare le preoccupazioni”, fu attribuito al complesso residenziale da Publio Vedio Pollione, importante personaggio politico dell’epoca di Augusto, appartenente ad una facoltosa famiglia di liberti ascesa all’ordine equestre, e noto dalle fonti letterarie (Cicerone, Seneca, Plinio e Cassio Dione) per i suoi eccessi oltre che per le sue enormi ricchezze. Da un editto di un proconsole d’Asia del tempo di Claudio e da alcune iscrizioni si sa che fu nominato da Augusto governatore dell’Asia nell’anno 30 a.C. All’imperatore, di cui fu sempre fedele partigiano, Vedio Pollione dedicò anche un Cesareo a Benevento. Ma fu lo stesso Augusto ad allontanarlo, nello spirito della restaurazione di un ideale di vita più austero instaurato dopo la vittoria di Azio. Nonostante ciò, quando nel 15 a.C. Vedio morì, lasciò erede dei suoi immensi beni l’imperatore, compresa la villa del Pausilypon.
Estesa sulle pendici della collina, tra la baia di Trentaremi, l’isolotto della Gaiola, la cala di San Francesco e quella dei Lampi, fino a Marechiaro, la villa si articola in vari quartieri residenziali e di servizio ed è dotata di impianti termali e ninfei (come la “Scuola di Virgilio”), sale di accoglienza ed edifici di spettacolo, disposti su terrazzamenti e raccordati da portici con giardini, loggiati, scalinate e criptoportici, digradanti sino al mare. Qui sorgevano moli per gli ormeggi, banchine frangiflutti, peschiere e vivai per l’allevamento di pesci, crostacei e molluschi, ora sommersi e compresi nell’Area Marina Protetta del Parco Sommerso di Gaiola.
Sul terrazzamento più alto si estendeva la pars publica, caratterizzata da un teatro e un odeion. In relazione con questa funzione pubblica si deve probabilmente l’apertura della “Grotta di Seiano”, galleria che collegava il golfo di Napoli alla zona flegrea.
Notevole doveva essere anche l’apparato decorativo del complesso: gli affreschi, i mosaici, le fontane, i candelabri, i bassorilievi, le statue che vi sono stati rinvenuti, danno solo una vaga idea della magnificenza della villa e della ricchezza delle collezioni di arte che vi erano raccolte.

 

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